Eduardo OTEIZA

Cari colleghi e amici,

È un grande onore per me essere stato proposto come presidente dal consiglio e dal presidium dell'International Association of Procedural Law. A livello personale, sono colmo di profonda emozione e sincera gratitudine per avermi affidato la responsabilità di guidare la Iapl.

Non si tratta di una sfida individuale, ma piuttosto di un impegno collettivo. Il consiglio, nel rispetto del nostro statuto, ha deciso che il presidium per i prossimi quattro anni sia composto come segue: Fernando Gascón Inchausti, in qualità di Segretario generale esecutivo, Masahiko Omura, vicepresidente per l'Asia, Richard Marcus, vice -presidente per il Nord America, Burkhard Hess, vicepresidente per l'Europa, Luis Guilherme Marinoni, vicepresidente per l'America Latina e Frédérique Ferrand, Margaret Woo e Remo Caponi come segretari generali. Difficilmente potrei essere in compagnia migliore. È un vero privilegio avere l'opportunità di lavorare con loro per i prossimi quattro anni. Molte grazie per aver accettato la sfida di lavorare insieme a beneficio della nostra Associazione. I processi di decisione del presidium sono, per molti versi, orizzontali. C'è un profondo senso di rispetto e di uguaglianza tra i suoi componenti. Diamo la priorità ad argomenti solidi, ai rapporti di amicizia e di cooperazione.

Il professor Fernando Gascón Inchausti ci ha letto il rapporto sullo stato dell'Associazione preparato dal professor Cadiet. Le sue prime parole hanno espresso il suo rammarico per non poter essere con noi personalmente. Devo aggiungere che ci dispiace molto che il professor Cadiet non sia con noi oggi. Ci auguriamo che superi presto i problemi di salute che gli hanno impedito di unirsi a noi. Il suo lavoro come segretario esecutivo, da Salvador de Bahía, nel 2007, e successivamente come presidente, a partire dal congresso di Heidelberg, nel 2011, ha dato all'IAPL un nuovo slancio. Con il supporto di Marcel Storme, Federico Carpi e Peter Gottwald, egli ha guidato un passaggio generazionale che ha consentito di rispondere con successo alla sfida lanciata nel 2011, allorquando fu modificato lo statuto della Iapl e di costituire un nuovo presidium, per dar vita ad un processo di cambiamento nel rispetto della continuità.

Molte iniziative in questo senso sono state adottate a partire dal 2011, ma i valori che rinsaldano la vita della Iapl fin dal 1950 sono stati fedelmente rispettati. Alla fine del suo rapporto, Cadiet ha detto che uno dei suoi compiti era dare al consiglio qualche indicazione sulla strada da seguire per garantire il prossimo futuro della Iapl. Ha affermato, quindi, che l'espansione globale della Iapl ha reso opportuno immaginare che la presidenza fosse trasferita in America Latina.

La prospettiva di Cadiet esprime un significato simbolico essenziale. Nel 1950, il comitato incaricato di istituire la Iapl era composto da nove professori, cinque europei e quattro americani. Il primo congresso, in cui i nostri padri fondatori hanno discusso della creazione della Iapl, si è tenuto a Firenze nel 1950, ma l'adozione degli statuti è avvenuta in Messico nel 1972. Tra i processualisti latinoamericani che hanno fatto parte della nostra storia più significativa, potrei citare Eduardo J. Couture, Hernando Devis Echandia, Enrique Vescovi, Héctor Fix Zamudio, Cipriano Gomez Lara, José Carlos Barbosa Moreira, Ada Pellegrini Grinover e Augusto Mario Morello. Tutti hanno contribuito al sano sviluppo della nostra Associazione. Inoltre, i giovani processualisti latinoamericani sono molto attivi, come abbiamo potuto apprezzare durante le diverse sessioni di questo congresso e nella risposta alle call for papers.

Nell’assumere la responsabilità che mi è stata affidata dal consiglio sulla base della mia identità latinoamericana, desidero tener conto dell'importanza del rispetto della diversità. Nelle differenze, nella tolleranza, nel desiderio di uguaglianza e nel serio lavoro accademico troviamo le solide basi per la nostra crescita, come comunità scientifica, impegnata nel miglioramento della giustizia. Percorrere la strada della complementarietà e del pluralismo arricchisce la Iapl e ne mostra il carattere globale e l’indole inclusiva.

Vorrei tornare per qualche momento alla mia esperienza di membro del presidium. Negli ultimi otto anni – insieme a Manuel Ortells, Teresa Arruda Alvim e Fernando Gascón Inchausti, che sono stati i nostri segretari esecutivi, Michele Taruffo, vicepresidente per l'Europa, Masahisa Deguchi e Masahiko Omura, vicepresidenti per l'Asia, Oscar Chase e Richard Marcus, vicepresidenti per il Nord America, Burkhard Hess, il nostro tesoriere, Janet Walker e Neil Andrews, segretari generali e i nostri presidenti onorari Marcel Storme, Federico Carpi e Peter Gottwald – abbiamo costituito un gruppo impegnato, che si è dedicato alla crescita del Iapl.

Sono stati anni intensi, durante i quali si sono conseguiti traguardi importanti. Tra questi, è degno di nota il fatto che sono stati organizzati due congressi mondiali: Istanbul (2015), e quello a cui oggi abbiamo il piacere di prendere parte, grazie alla dedizione del professor Koichi Miki, nonché i colloqui di Mosca (2012), Atene (2013), Seoul (2014), Bogota (2016) e Tianjin (2017) e le due conferenze internazionali, organizzate insieme all'Istituto Iberoamericano di diritto processuale: Buenos Aires (2012) e Salamanca (2018). Guardando al futuro, e a testimonianza dell’altissimo livello scientifico dei nostri incontri, stiamo lavorando all'organizzazione dei colloqui di Porto Alegre (2020), Örebro (2021) e Costa d'Avorio (2022), nonché al nostro prossimo Congresso mondiale a Lima (2023). Tutte queste attività sono state pianificate seguendo le nostre regole contenute nelle linee guida per congressi, colloqui e altri tipi di incontri accademici, approvate nel 2012. Tali regole hanno conferito prevedibilità ai nostri rapporti con gli organizzatori locali di ciascuno dei nostri congressi.

Stiamo anche lavorando alla quarta edizione della Summer School post-dottorato. Come già accennato, le tre precedenti edizioni si sono svolte in Lussemburgo, presso l'Istituto Max Planck, sotto l'impareggiabile ospitalità del caro amico professor Burkhard Hess, e hanno visto la partecipazione di un gruppo altamente qualificato di giovani processualisti e professori ospiti. Sono stati dibattiti intensi e fruttuosi, come testimoniano i tre volumi pubblicati dalla casa editrice Nomos.

A mio avviso, l'idea di dialogo intergenerazionale sviluppata durante le sessioni della scuola estiva è particolarmente arricchente. L'età anagrafica è un limite relativo, come dimostrano gli esempi di Roscoe Pound e Giuseppe Chiovenda. Il primo, a 36 anni, ha tenuto la sua famosa conferenza Le cause dell'insoddisfazione popolare per l'amministrazione della giustizia e Chiovenda, a 34 anni, tenne la sua conferenza sulle riforme processuali e le scuole di pensiero moderno. Per nessuno di loro la giovinezza ha costituito un limite al loro talento. Al contrario, grazie al loro pensiero, si sono presi in considerazione nuovi orizzonti.

Tuttavia, lo scambio di punti di vista tra differenti generazioni si è rivelato un tratto distintivo della nostra Associazione. La Summer School offre uno spazio molto interessante per la crescita reciproca, dove rinsaldare i rapporti professionali e personali, che sono i pilastri fondamentali per lo sviluppo dei progetti accademici.

Durante il congresso mondiale di Istanbul è stato assegnato il premio Cappelletti. La seconda edizione dello stesso premio era già stata assegnata. La giuria, presieduta dal professor Richard Marcus, e con la partecipazione di Frédérique Ferrand, Remo Caponi, Álvaro Pérez Ragone e Masahisa Deguchi, ha esaminato attentamente i libri in concorso per il premio e ha reso noto l’esito delle sue decisioni. Ancora una volta si ringrazia la giuria per l'approfondito esame dei lavori presentati nelle varie lingue ammesse dalla Iapl. A Salamanca, il premio Storme è stato assegnato secondo linee guida simili. Come ha ricordato il nostro ex presidente, la nostra rivista, l’International Journal of Procedural Law, ha raggiunto i diciassette volumi dal 2011. Stiamo discutendo come ottenere il pieno riconoscimento dei suoi meriti scientifici. L'Assemblea ha appena approvato una modifica al nostro statuto, che implica un vero passo in avanti dal punto di vista istituzionale.

Alcuni riferimenti che ho appena formulato ripetono talvolta le informazioni già fornite dal nostro ex presidente. Il mio scopo, con questa ripetizione, consiste nel sottolineare il lavoro svolto grazie alla guida del professor Cadiet. Mi auguro inoltre che potremo continuare ad avvalerci della preziosa collaborazione dei nostri stimati ex presidenti Federico Carpi e Peter Gottwald, dai quali tanto abbiamo imparato, e dei membri onorari del presidium e del consiglio. Sono certo che al presidium mancherà la compagnia di Janet Walker e Michele Taruffo. A loro estendiamo la nostra profonda gratitudine per il lavoro che hanno svolto negli ultimi otto anni.

Consentitemi ora di adottare un punto di vista diverso e più personale. Alcuni anni fa, mentre cercavo il curriculum del nostro primo presidente, Alcalá Zamora y Castillo, trovai un suo articolo pubblicato nel 1944, quando era professore alla mia Università, in ragione del fatto che dovette andare in esilio dopo la guerra civile spagnola. Il titolo dell'articolo è Progetto per la creazione di un'associazione o un istituto di diritto processuale internazionale. In quell’articolo Alcalá Zamora descrive il suo primo incontro con James Goldschmidt nel 1936 all'Università di Valencia (Spagna), in cui propose la creazione di un'Associazione internazionale. Alcalá Zamora aveva 30 anni e James Goldschmidt 62. Secondo Alcalá Zamora, quel primo tentativo non ebbe esito a causa dell'esilio di entrambi. Goldschmidt dovette fuggire prima dalla Germania e poi dalla Spagna, perché era ebreo e dovette rifugiarsi a Montevideo, dove morì nel 1940. Alcalá Zamora iniziò un lungo esilio, che lo portò prima in Argentina e poi in Messico. Ecco: in quell'incontro del 1936 nacque la prima idea di creare la nostra associazione, che ebbe un’eco anzitutto a Firenze, al congresso dell'Associazione italiana nel settembre 1950.

Fu lì che si costituì un primo comitato, composto da cinque europei: Carnacini, Redenti, Schönke, Schima e Fairén Guillén, e da quattro americani: Alcalá Zamora, Millar, Couture e Tasso, con la missione di creare un Istituto internazionale di diritto processuale. Gli sforzi di Alcalá Zamora raggiunsero il loro obiettivo al Congresso del Messico del 1972. È sorprendente – o forse no – che Alcalá Zamora non facesse parte di un gruppo di europei. Forse in quel momento preferì identificarsi con l'America Latina, a causa dell'esilio che aveva subito. La circostanza che il primo presidente della nostra associazione fosse un professore della mia stessa Università è una coincidenza che trovo sorprendente.

Nel 1987 ho partecipato all'8 ° congresso mondiale della Iapl, tenutosi a Utrecht, presieduto da Mauro Cappelletti. Ricordo chiaramente la forza del suo discorso di chiusura a quel congresso. Subito dopo Utrecht, ho avuto la fortuna che fosse proprio Cappelletti a dirigere una ricerca che ho svolto per un anno all'Istituto universitario europeo. Egli mi trasmise il suo entusiasmo per le enormi potenzialità della Iapl con riferimento al valore chiave dell'accesso alla giustizia e alle sue varie dimensioni.

Alla chiusura del X congresso mondiale, tenutosi a Taormina nel 1995, Marcel Storme, assumendo la presidenza, ricordò che nel 1976 Mauro Cappelletti era stato suo ospite a Gand. Il rapporto tra Cappelletti e Storme e l'appoggio dell'allora segretario generale Vittorio Denti spinsero l'Associazione nella direzione di un nuovo cammino. Al 6 ° congresso di Gand (1978) e al 7 ° congresso di Würzburg (1983), Cappelletti e Storme, sostenuti da Carpi e Gottwald, succedettero alla generazione di Alcalá Zamora, Redenti, Carnacini e tanti altri. Al 14 ° congresso mondiale di Heidelberg, è stato discusso un cambiamento nel rispetto della continuità. La modifica statutaria ha a che vedere con la capacità della Iapl di consentire alle generazioni future di processualisti di dare il meglio nel rafforzare il proprio impegno per il miglioramento della giustizia in ogni epoca, una giustizia sensibile alle esigenze sociali, culturali, politiche ed economiche.

La continuità mostra la solidità di specifici valori di fondo, che hanno segnato la nostra vita istituzionale, come le idee democratiche, la solidarietà, le aspirazioni di uguaglianza e la ricerca di una giustizia dal volto umano.

Ancora una volta, molte grazie per la vostra fiducia. Faremo del nostro meglio per essere all'altezza di chi ci ha preceduto. Condividiamo nel profondo amicizia, sogni, valori e sentimenti.

 


Loïc CADIET
Heidelberg, 29 Giugno 2011

1 Prima di tutto voglio scusarmi per non poter parlare Tedesco, anche se questa lingua era stata usata cosi bene Mercoledì da Frédérique Ferrand che è come se avesse parlato per entrambi.
Ieri, l’Assemblea Generale dell’ Associazione Internazionale, mi ha reso il grande onore di essere nominato nuovo presidente.
Non posso dire se sia stato o no una buona idea, ma posso affermare che farò del mio meglio per non deludere la vostra fiducia e per compiere tutti i doveri che questo onore richiede.
Lo farò con il vostro indispensabile aiuto, cosi come abbiamo sempre fatto. Non avete eletto un singolo uomo, ma un gruppo, o meglio una squadra, e, se posso permettermi, una squadra fantastica. So di poter contare sul supporto di Oscar Chase, Michela Taruffo, Masahisa Deguchi, Eduardo Oteiza, Janet Walker, Neil Andrews, Burkhard Hess e Manuel Ortells Ramos, cosi come sul vostro, e soprattutto sull’aiuto dei membri del Consiglio che decidemmo di portare da un numero di 20 a 25 per migliorare la rappresentatività e in particolare per far spazio alle colleghe cosi come a giovani colleghi.
La storia della nostra Associazione è la storia di un cambiamento collettivo. Per generazione dopo generazione, per oltre sessant’anni, da quando l’Associazione fu fondata a Firenze, stiamo scrivendo insieme questa storia tramite una scrittura collettiva.
Non nasconderò le mie emozioni. Sono consapevole del peso della responsabilità che mi è stato consegnato.
Ne sono consapevole quando guardo al passato raccontato cosi bene a Ghent da Federico Carpi, quando ricordo il nome di Enrico Redenti, Niceto Alcalà-Zamora y Castillo, Mauro Cappelletti, Marcel Storme, Federico Carpi e Peter Gottwald, tutte queste prominenti personalità che hanno guidato la nostra Associazione. Tutti loro hanno lavorato duramente con i loro colleghi al presidium ed al consiglio, gran parte delle volte a loro spese, investendo tempo ed energie nella preparazione dei congressi, le edizioni dei libretti, lo sviluppo dei membri e molti altri lavori. Un ringraziamento speciale va ai membri onorari del presidium: in particolar modo a José Carlos Barbosa Moreira, Ada Pellegrini Grinover, Yasuhei Taniguchi and Keith Uff. Un grazie va a loro e ai colleghi che hanno accettato e accetteranno di organizzare congressi internazionali e conferenze regionali cosi importanti. Grazie moltissime a Burkhard, e grazie a tutti i colleghi della Commissione Organizzatrice, senza dimenticare il team amministrativo, in particolar modo Henriette Beisel, e senza dimenticare Ms Hess, sapendo che l’organizzazione di tali congressi richiede tempo ed energie a detrimento della vita familiare. Grazie a voi, grazie a loro, l’Associazione si è consolidata nel tempo, si è diffusa nel mondo e ha aumentato le proprie attività. Ad oggi la nostra Associazione ha quasi quattrocento membri in tutto il mondo, che rappresentano più di 50 Paesi. Non conoscevo personalmente Redenti, Alcalà- Zamora, Cappelletti, ma ho avuto l’opportunità di lavorare a stretto contatto con Marcel Storme, che era presidente quando io divenni membro della associazione e un membro del Consiglio, e con Federico Carpi e Peter Gpttwald quando diventai il Segretario Esecutivo Generale. Ho avuto modo di imparare molto da loro. Spero di essere in grado di trasmettere la memoria e la inestimabile conoscenza che questi mi hanno generosamente donato.

 

 


Peter GOTTWALD
2010

Cari membri ed amici,
l’Associazione IAPL, in questi tempi di turbolenze economiche e politiche, sta fiorendo. Dopo un prospero e lungo periodo in cui Marcel Storme è stato presidente siamo giunti ad una età di transizione, in cui in modo naturale una più giovane generazione potrà e dovrà prendere in mano le redini dell’Associazione IAPL passo dopo passo.
Questa transizione è manifesta quando si riveste la carica di presidente. L’utima “Lettera del Presidente” del 2000 era di Federico Carpi, ed ora, dal Settembre 2009 il turno di presiedere spetta a me, il più giovane eletto al presidium nel 1995. Il nostro Presidente Onorario Marcel Storme celebrerà il suo ottantesimo compleanno questa estate. Federico Carpi ha completato il settantesimo anno di vita a Gennaio. Io stesso ho passato i 65 anni d’età.
Federico Carpi fu un Segretario Generale altamente stimato e molto diligente e allo stesso modo un Presidente incredibile. A nome dell’associazione e mio personale vorrei ringraziarlo calorosamente (e allo stesso modo ringraziare sua moglie Paola) per il suo grande impegno personae a favore della Associazione IAPL per un cosi lungo periodo.
Nella sua lettera del 2009 Federico ha ricordato a tutti noi della rispettabile storia della Associazione ed aveva perfettamente ragione nel salutare ancora una volta tutti i grandi cultori che presero direttamente parte nella vita della associazione. Chiunque voglia conoscere i famosi professori di Diritto Processuale dagli anni 50 alla prima decade del 21esimo secolo è gentilmente invitato a leggere ancora l’interessante report di Federico.
Come lui mi sento incredibilmente onorato nel diventare presidente dopo 14 anni di servizio come segretario generale. Sono immesamente grato e contento di ciò.
Durante la mia presidenza il più grande impegno sarà quello di intensificare i nostri sforzi per migliorare la cooperazione transnazionale tra avvocati cosi come lo scambio di informazioni, i quali sono gli obiettivi base della nostra associazione, cosi come lo è l’incoraggiare giovani studiosi da tutto il mondo nel cimentarsi in tale cooperazione.
I saggi dei Congressi Internazionali e tutte le conferenze ad in interim vengono pubblicati dal 1978, formando una biblioteca del diritto processuale comparato degna di nota. Ad ogni modo, sentiamo ancora la mancanza di una piattaforma stabile per lo scambio di idee che sia aperta a tutti i membri e non solo ad un limitato numero di inviati alle conferenze. Su di un primo suggerimento di Stefan Leible, ed con un particolare sforzo di Marcel Storme, IAPLsta ora per lanciare un nuovo “International Journal Of Procedural Law” multilingue. La rivista sarà pubblicata semestralmente dalla casa editrice Intersentia, in Belgio, vedendo il sottoscritto e Lo?c Cadiet nella veste di editori capo insieme ad un eccellente team di editori, assistenti editori e senior adviser. La rivista conterrà articoli in Inglese, Francese, Tedesco, Italiano e Spagnolo. Il primo numero sarà pubblicato nella Primavera del 2011. Poiché la nostra rivista dovrà essere un forum comune davvero internazionale siete tutti invitati ad inviare le vostre proposte all’editore generale. Per assicurare l’alta qualità, tutti gli articoli sono soggetti a severe recensioni da parte dei colleghi prima di poter essere accettati per la pubblicazione. Sono fiducioso del fatto che i nostri comuni sforzi porteranno la rivista al successo, diventando presto una rivista dominante del diritto processuale nel contesto internazionale.
In aggiunta, dovremo migliorare il sito web IAPL, in particolare per convertirlo in una piattaforma tecnicamente indipendente dello IAPL.
Nel frattempo sono state tenute con grande successo entrambe le conferezne che erano state annunciate nell’ultima lettera del presidente. Manuel Ortells Ramos (insieme al suo team) ha perfettamente organizzato la conferenza nell’Ottobre 2008 a Gandia e Valenzia, Spagna. Alla conferena potè già presentare due volumi su “Procedimenti orali e scritti: efficienza nella procedura civile” (edito insieme a Federico Carpi) ed un volume su “Appelli alle Corti Supreme in Europa”. Janet Walker e Oschar Chase (anch’essi insieme al loro team) poterono offrire una conferenza brillante nel Giugno 2009 a Toronto. I saggi ivi presentati erano stati solo recentemente pubblicati da LexisNexis in un manuale ben edito dal titolo “ Common law, Civil Law e il Futuro delle Categorie”. Molte grazie ancora a tutti coloro i quali hanno contribuito alla riuscita di entrambe le conferenze.
Quest’anno siamo da subito in attesa della Conferenza Pécs su “Giustizia Elettronica – Presente e Futuro”, dal 23 al 25 Settembre 2010, organizzata da Miklos Kengyel. La conferenza è dedicata a tutte le innovazioni e i cambiamenti la cui introduzione, o dovrei dire invasione, nella moderna tecnologia dell’informazione elettronica ci guiderà nel sistema di giustizia civile. Pécs è una straordinaria città nel sud dell’Ungheria che vale davvero la pena visitare essendo una delle capitali della cultura Europea di quest’anno. Il prossimo anno, dal 25 al 30 Luglio 2011, si terrà il XIV Congresso Internazionale di Diritto Processuale a Heidelberg (Germania), organizzato da Burkhard Hess nell’insieme delle celebrazioni del 625esimo anniversario dell’Università Ruprecht Karl di Heidelberg. Il congresso, dopo molti anni in cui ci si è concentrati sull’efficienza della giustizia civile, si è dedicato al cuore delle nostre attività, realizzando in pratica la “Giustizia Procedurale”. Tutti i membri del IAPL sono gentilmente invitati a partecipare a questa evento nella romantica città di Heidelberg. Per il 2012 posso annunciare due conferenze: una sulle class actions, in primavera, in Argentina, organizzata da Eduardo Oteiza a nome dell’Associazione Argentina di Diritto Processuale e dell’Istituto Iberoamericano di Diritto Processuale e una seconda a Mosca (Russia) organizzata da Dmitri Maleshin dell’Università di Lomonossov su “Procedura civile in Eurasia in un dialogo trans-culturale”. Siamo molto felici della possibilità d’avere tali conferenze per la prima volta in entrambi i paesi. Questa lettera non può finire senza i molti ringraziamenti a tutti i membri del presidium per la loro gentile cooperazione, in particolare al nostro Segretario Generale Esecutivo Loic Cadiet, per l’aiuto amichevole di ogni giorno e per la preparazione della lista dei membri di questa nuova edizione.
Concludendo questa lettera chiedo gentilmente a tutti i membri di usare le possibilità offerte dallo scambio di contatti personali tra studiosi per presentare le loro idee al forum del IAPL e per incoraggiare giovani studiosi interessati alla coperazione internazionale a partecipare alle attività del IAPL e di nominarli per diventare poi nuovi membri.

 

 


Federico CARPI
2009

Cari Membri ed Amici,
è difficile spiegare come si possano avere sentimeni cosi confliggenti: da una parte la gratitudine per il voto di fiducia con il quale mi avete nominato Presidente, e dall’altra l’agitazione per l’averlo meritato e per l’esser capace di compiere tutti i dovere che questo onore richiede.
Sono sollevato se penso che porterò avanti le funzioni da Presidente come un “porta messaggi” insieme a Peter Gottwald e che posso contare sull’aito di Ada Pellegrini Grinover, Oscar Chase, Masahisa Deguchi, Loïc Cadiet, Michele Taruffo, cosi come di tutti voi.
I miei pensieri vanno a coloro che vennero prima di me: Enrico Redenti, Niceto Alcalà Zamora y Castillo, Mauro Cappelletti cosi come, chiaramente, Marcel Storme. E a tutti i membri che hanno fatto che hanno fatto cosi tanto per la nostra associazione, tra cui l’organizzare i congressi internazionali e i colloquiums, cosi importanti nello sviluppo del diritto processuale civile comparato.
Sto pensando a Josè Carlos Barbosa Moreira e Yeashue Taniguchi, per molti anni vice presidente della nostra associazione, sempre presente ai nostri incontri, senza considerare i lunghi viaggi che hanno dovuto affrontare per portare preziosi consigli sulla scelta delle materie e degli speaker per i congressi; sto pensando a Walter Habsheid, Pessoa Vaz, Ulla Jacobsson e Sir Jack Jacob, Wedekind, Pelaya Yessiou-Faltsi, Walter Rechberger, Kostantinos Kerameus, Italo Andolina, Mieczyslaw Sawczuk e molti altri tra i quali non posso dimenticare il professor Sherman e il professor Yannopulos, che ci ha ospitato a New Orleans, né Tony Jolowicz, Vittorio Denti, Augusto Morello, Jacques Normand e Roger Perrot e soprattutto il caro Cipriano Gomez Lara, che ci ha lasciato dopo aver organizzato con tutti i suoi sforzi il XII congresso internazionale in Messico. Ed infine voglio ricordare anche i nostri colleghi giapponesi e i congressi che organizzarono: prima Takeshi Kojima a Tokio e poi Masahisa Deguchi a Kyoto nel 2006.
In questi anni le difficoltà del lavoro di segretario sono state condivise con Peter Gottwald e Keith Uff ed è anche grazie a loro che l’associazione è potuta crescere più grande e più forte, con all’incirca 350 membri in tutto il mondo. Il libretto dei membri che vi verrà consegnato sarà a riprova di ciò. Il segretario esecutivo, Prof. Loic Cadiet ha composto il libretto: lasciate dunque che esprima la mia gratitudine al suo magnifico lavoro.
Ma è in particolare grazie al grande impegno, lavoro ed entusiasmo di Marcel Storme, che è ora Presidente Onorario, che l’associazione è cresciuta attraverso tutto il mondo, come l’ultimo congresso mondiale tenuto a Salvador de Bahia ha potuto dimostrare. Quel congresso fu tenuto grazie all’impeccabile organizzazione di Ada Pellegrini Grinover, di Petronio Calmon Fiho e dei loro collaboratori, che ancora una volta qui ringraziamo.
Sono sicuro che il futuro ci porterà nuovi sviluppi in termini di cooperazione, sia in campo professionale che in quello delle relazioni amicali.
Il colloquium su “Procedimenti Orali e Scritti: efficienza nella procedura” che sarà tenuto a Valencia dal 6 all’8 di Novembre 2008 è ora pronto, grazie al Prof. Manuel Ortells Ramos. Avremo poi il colloquium previsto per il Giugno 3-6-2009 a Toronto sul quale sto già lavorando con Oscar Chase, Janet Walker e Collem Hanycz, e con la presenza costante, immagino, di Garry Watson; l’argomento generale sarà “Né Comune né Civile: Riforme Procedurali e il bisogno di nuove categorie”.
Inoltre: nel 2010 c’è una proposta per un colloquium a Pecs, Ungheria; ci sarà il XIV congresso nel 2011, a Berlino, e Neil Andrews ha proposto un colloquium a Cambridge.
E’ all’organizzazione di tali eventi che dovremmo rivolgere tutta la nostra grande soddisfazione per i risultati che hanno facilitato lo scambio di ricerca e conoscenza tra gli esperti da tutto il mondo.
Questa infatti può andare ad aggiungersi ad una delle attività umane più nobili, lo sviluppo della giustizia, per incontrare le esigenze dello Stato moderno e per garantire protezione effettiva, sia a livello costituzionale che sovranazionale, dei diritti fondamentali dell’uomo.
Mantenere una conoscenza comune, l’osservanza della legge, il senso di affiliazione di una grande famiglia – come la nostra associazione è stata ben definita – potrebbe contribuire al tentativo di eliminare gli estremismi e tutti i suoi abusi. In ultima analisi, potrebbe portare alla conservazione di quel bene supremo, calpestato troppo spesso, che è la pace, il rispetti dei diritti e la loro protezione in sede giudiziale.
Mauro Cappelletti notò, concludendo il suo report al colloquium di Lund, che, con riguardo allo spirito della nostra associazione: “è una associazione aperta agli studiosi; aperta, cioè, agli studiosi di diritto processuale di tutti i paesi, di tutte le razze, di tutti i credi, senza barriere o discriminazioni.
Essere una associazione di studiosi non significa un isolamento dalla vita reale.
Siamo studiosi che hanno a che fare con la legge, e la legge è, ovviamente, di per se un fenomeno politico, una realtà cruciale della vita sociale”.
Queste sono le parole che penso possano essere ancora oggi le migliori.
Come si può vedere, le fondazioni dell’Associazione Internazionale di Diritto Processuale sono forti: vivat, floreat, crescat!


Marcel STORME
Ghent, 16 gennaio 2007

Non è senza una certa nostalgia che aggiungo una breve introduzione al rilascio del nostro libretto, contenente i nomi dei membri dell’associazione internazionale che appare ora ancora una volta negli uffici di Federico Carpi.
Fu infatti 30 anni fa, nel 1976, a Ghent, che in occasione del decimo anniversario del Codice di Procedura Giudiziale Belga (1967- 1976), partorii l’idea dell’organizzazione di un simposio internazionale sul diritto processuale, dal titolo: Per una giustizia dal volto umano.
Fummo sopraffatti dal tremendo successo dell’evento che ha portato a Ghent non meno di 300 partecipanti da 50 Paesi.
Nella preparazione del primo congresso internazionale ebbi modo di fare affidamento sul generoso supporto del nostro molto rimpianto, ormai ex, Presidente, Mauro Cappelletti, e del nostro precedente ed altrettanto compianto Segretario Generale, Vittorio Denti.
Era stato dato il La, seguito a sua volta dalle svolte portate dagli approcci scientifici e di diritto comparato al diritto processuale, anche se ora su scala mondiale, sui passi della Associazione Internazionale di Diritto Processuale lanciata a Firenze nel 1948.
Nei primi anni fu difficile trovare un luogo in cui il seguente Congresso Internazionale potesse essere tenuto. Infine, fu il nostro collega Walther Habscheid ad assumere su di se l’organizzazione dell’evento nella magnifica città di Würzburg.
Da allora abbiamo organizzato Congressi su larga scala ogni quattro anni: successivamente ad Utrecht, Coimbra, Taormina, Vienna ed in Messico. Siamo anche riusciti ad inserire un Congresso Straordinario a Bologna in occasione del suo 900esimo anniversario per la nascita della più antica università. Simposi di più modeste proporzioni sono stati organizzati in varie località, tra cui Lund, Lublin, Thessalonica, New Orleans, Ghent, Bruxelles, Coimbra, Parigi/Dijon, Vienna/Budapest, Kyoto.
Durante il susseguente congresso internazionale a Salvador De Bahia, il Presidium che è stato in carica sin da Taormina (1995) darà le dimissioni in toto.
Alcuni membri del Presidium hanno concordato nel prendere ancora ufficio insieme ad un numero di nuovi membri da eleggersi a Salvador de Bahia.
Una nuova era, dunque, giungerà al termine: l’era di Niceto Alcala Zamora y Aragon, l’era di Mauro Cappelletti e l’era del corrente Presidium sarà seguita da una nuova che vedrà il perpetuarsi della nostra Associazione ormai internazionalmente riconosciuta.
Sono pochi i compiti del diritto che paiono cosi intimamente collegati agli interessi nazionali come quelli del diritto processuale. Questo è continuamente sottolineato in tutti i manuali riguardanti il diritto processuale del 19esimo e 20esimo secolo.
Di tal guisa è stata anche l’esperienza nell’Unione Europea dove inizialmente ogni tentativo di armonizzare, o almeno di approssimare, il diritto processuale all’interno dell’Unione si è incontrato con una fiera opposizione.
Questo approccio nazionale, in alcuni casi addirittura nazionalistico, contrasta fortemente con il fatto che non c’è un’area del diritto nel mondo nella quale i problemi siano dovunque gli stessi: l’assicurare l’accesso alla giustizia, il quale sarà garantito in modo tale da renderlo allo stesso tempo veloce, trasparente e conveniente. Questa è la regola aurea riassunta nell’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo: “Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente, pubblicamente ed entro un termine ragionevole da un tribunale indipendente e imparziale”.
Non può esserci alcun dubbio sul fatto che la svolta del diritto processuale nel dibattito pubblico sia in debito per il suo riconoscimento al lavoro pionieristico del grande comparatista di questo campo, il mio onorato e illustre predecessore, Mauro Cappelletti.
Il suo ‘Accesso alla Giustizia’, anche considerata la sua opus magnum, fu una incredibile rivelazione per il mondo intero.
Grazie alla Associazione Internazionale abbiamo continuato a costruire su queste fondamenta.
Gli atti di tutti i symposia e Congressi sono stati pubblicati in eleganti volumi ed in questo modo resi accessibili a tutti gli studiosi di diritto processuale nel mondo.
L’import-export delle migliori pratiche del diritto processuale civile non può più essere considerato una rilevante eccezione, come era stato evidenziato durante il più recente symposium a Kyoto.
Ora che il mio periodo di ufficio in carica come Presidente sta per concludersi irrevocabilmente al Congresso di Salvador de Bahia, colgo questa opportunità per esprimere la mia gratitudine per il privilegio d’aver potuto sperimentare una tale incredibile avventura internazionale.
Gratitudine verso il mio venerabile predecessore, Mauro Cappelletti, con il quale sono riuscito a costruire una eccellente cooperazione per il meglio dell’Associazione.
E gratitudine per il presidium attualmente in carica, che da Taormina ha prontamente e regolarmente dedicato le sue preoccupazioni e diretto la sua cooperazione nel servire gli interessi della nostra Associazione e il benessere dei cittadini di tutto il mondo.
E’ a loro che i nostri pensieri si sono indirizzati ogni volta che abbiamo tentato di migliorare o almeno di fare un passo in avanti nel miglioramento dell’operatività delle istituzioni giudiziali, del funzionamento del processo e delle regole di procedura civile.
Che possa andare tutto per il meglio al nuovo presidium che sarà eletto a Salvador de Bahia. Questo è il desiderio più ardente di un Presidente della Associazione Internazionale sull’orlo della pensione.

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